Storia dei miei soldi by Melissa Panarello

Storia dei miei soldi by Melissa Panarello

autore:Melissa Panarello [Panarello, Melissa]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 2024-01-25T00:00:00+00:00


LA VALANGA

“Mio figlio arrivò in un periodo dove cominciarono a cadere sassate. Fin dai primi mesi di gravidanza, non riuscii a fare a meno di pensare che quel bambino fosse in qualche modo legato alla sfortuna che mi piombò addosso. Te l’ho detto: a un certo punto ero stata convinta che non avrei mai più dovuto preoccuparmi di niente, che avrei potuto vivere di rendita o perlomeno molto bene con il minimo sforzo continuando a fare quello che facevo, film importanti, pubblicità, i soldi arrivavano senza che dovessi piegarmi a raccoglierli e anche se mi sentivo sempre vuota, non mi portavo addosso quella stanchezza che da quel momento ha cominciato a pesarmi sulle spalle, sul collo, su tutto il corpo facendomi invecchiare di cinquant’anni. Guardami. Ho smesso di usare creme idratanti quindici anni fa, piuttosto che usare la Nivea preferisco sembrare di cartapesta. Frequentavo SPA, facevo percorsi ayurvedici e anche se mi annoiava entrare e uscire dai calidarium e dai frigidarium, lo facevo perché dopo mi sentivo meglio. Imparavo yoga dal maestro messicano Guru Dev Singh, che mi ha insegnato una meditazione sul cambiamento. Ogni tanto recito ancora bolo ram, a qualcosa è servito,” unì le estremità delle dita aprendole e chiudendole come la bocca di un serpente che si morde la coda.

Le campane suonarono mezzogiorno, Matteo mi aveva informato che avrebbe pranzato fuori e io, incapace di alzarmi, cucinare e servire un pasto, ordinai un poke su Deliveroo. Clara scelse quello con salmone scottato, io uno con pollo. Mentre aspettavamo che arrivasse il pranzo, si alzò e cominciò a camminare per il salotto, a osservare. Gli oggetti e i mobili non sono mai arrivati in casa mia per caso, perché scelti con pigrizia o distrazione, o pescati fra migliaia di altre possibilità. Le mie cose raccontano molto più di quanto io stessa riesca a dire di me e del mio passato, e non sono cose che posseggo, ma Horcrux dove ho sepolto pezzi di me. Io appartengo a loro. Per questo non ho gelosia nei confronti degli oggetti, ma senso di attaccamento sì. E quando Clara passò in rassegna prima con gli occhi poi con i polpastrelli il legno liscio del tavolo, il ripiano azzurrino della credenza, il seggiolone di faggio di mio figlio, fu come se sfiorasse anche me e questo mi irritò. Finora ero riuscita a tenerci separate, ma adesso che era nella mia casa era come se fossimo diventate di nuovo, come molti anni prima, la stessa persona. Un fantasma di me, qualcuno che avrei potuto benissimo essere io. Si fermò davanti alla libreria dove tenevo sparpagliate alcune foto, polaroid scattate in estate con Cosmo, una dei miei gatti ormai tutti morti, una di me caduta dalle calamite sul frigorifero: avevo ventun anni, era stata scattata all’epoca del libro da cui avevano tratto il film in cui aveva recitato Clara. Indossavo un vestito a scacchi e avevo i capelli tirati indietro da diverse passate di gel, era l’istantanea che il fotografo scattava prima di procedere con lo scatto vero e proprio.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.